Il passaggio al digitale investe tutti i contenuti scolastici finora veicolati dai tradizionali media analogici: non solo il libro di testo, ma anche gli appunti scritti a penna sul quaderno, la scrittura a gesso sulla lavagna, la lezione orale, le ricerche sulle enciclopedie, le dispense e le fotocopie, le ripetizioni con tutor privati.
A vario livello, l'intero flusso informativo scolastico tende a passare nei nuovi media digitali. Ma il passaggio non è indolore o trasparente: anche in questo caso the medium is the message, e quindi l'intero ecosistema dei contenuti scolastici è destinato a trasformarsi profondamente.
Immaginiamo il contenuto scolastico digitale come una piramide a più livelli, sempre più sofisticati e complessi.
Le classi di contenuto sono in buna parte nuove, non trovano corrispondenza con le categorie della formazione analogica.
La pratica della didattica genera una notevole massa di contenuti. Ogni docente personalizza i programmi scolastici e i libri di testo, producendo note, commenti, informazioni integrative e interpretative.
Anche gli studenti prendono appunti e fanno ricerche. Col digitale tutto questo contenuto può entrare in rete secondo la logica del web 2.0, e diventare il primo strato della piramide del contenuto educativo: lo User Generated Content scolastico, dove l'utente che produce il contenuto è la scuola stessa. Le stesse lezioni stanno affollando canali youtube con video prodotti dai docenti, a volte di buone qualità e molto popolari. Tuttavia, senza una adeguata organizzazione e valorizzazione, l'UGC scolastico rischia di essere poco utile, e comunque presenta livelli qualitativi molto variabili.
Il secondo livello del contenuto digitale disponibile per la formazione scolastica è il web. Anche in questo caso però la qualità e pertinenza dei contenuti è molto variabile e non strutturata. Una soluzione plausibile è la selezione di fonti web effettivamente autorevoli, e utilizzabili ai fini scolastici.
Per rendere utile il web nella scuole è fondamentale strutturare i link in relazione ai programmi scolastici, di ogni ordine e grado. Inoltre vanno implementati motori di ricerca dedicati.
Il ruolo dell'editore scolastico può rimanere centrale anche nella scuola digitale, purchè si vada oltre lo schema del libro di testo cartaceo e della sua riproposizione pedissequa nel digitale. Probabilmente il concetto stesso di libro di testo unico è superato, e vanno trovati format editoriali più adatti al digitale. Interattività, multimedialità, virtualità sono elementi caratteristici dei digital media che vanno previsti anche nell'editoria scolastica. L'arricchimento e l'aggiornamento dei testi, reso possibile dalla rete, supera il concetto di edizione a stampa. Contributi di docenti e studenti possono integrarsi nella base editoriale. Una sfida per molti versi rivoluzionaria, a cui non tutti gli editori sono preparati.
Sopra il livello degli editori scolastici compare una nuova gamma di contenuti educativi, che richiedono competenze avanzate e specializzate. Si tratta di nuovi formati, che fanno ampio uso della virtualità e della simulazione, come ad esempio simulatori di laboratori scientifici, modelli virtuali del corpo umano o del sistema solare, giochi didattici, ambienti immersivi multimediali. Su questo livello di contenuto, ad elevata complessità, si gioca la possibilità di costruire una nuova industria culturale, che possa seguire il successo di mercato e di utenza raggiunto dei videogame, dai motori di ricerca e di altri paradigmi del contenuto nativamente digitali.