Virtual Alphabet

Virtual Alphabet Picto (2004)
Acrilico su tavola – cm 141×46

Virtual Alphabet è un codice spaziale primario progettato per analizzare e organizzare lo spazio virtuale, dimensione dominante dei nuovi media. Mentre i codici digitali bidimensionali sono costituiti da icone, finestre, cursori, cartelle e menù che pur agendo su piani sovrapposti non alludono alla profondità prospettica, il codice virtuale articola il suo linguaggio secondo la sintassi della tridimensionalità. Gli elementi di base di “Virtual Alphabet” sono “lettere spaziali”: unità primarie dello spazio che costituiscono un vero e proprio codice universale.
Ogni lettera definisce un “postulato tridimensionale”, ad esempio:

Internal: stanza chiusa su tutti i lati
External: spazio esterno vuoto
Superior: stanza aperta in alto
Inferior: stanza aperta in basso
Perimetral: stanza con le sole pareti
Longi: stanza allungata
Alti: stanza molto alta

Si tratta di segni fondativi di una scrittura biologica primaria, basata sulla percezione condivisa dall’uomo non solo con i viventi bipedi, ma probabilmente con tutti i vertebrati.

Motion Palette (2004)
Acrilico su tavola – cm 16×90

Costruire territori digitali significa sviluppare una logica “spaziale”, o meglio “ambientale”. I codici virtuali sono alla base dei videogames ma anche dei palazzi classici della memoria, un antico sistema per organizzare in forma spaziale la conoscenza. I videogames e i software tridimensionali interattivi stanno aprendo un varco attraverso il quale il mondo virtuale invaderà rapidamente la nostra Forma Mentis. Virtual Alphabet è senza dubbio di un “linguaggio naturale”, non però di tipo verbale quanto piuttosto preverbale, corporeo, essendo basato sull’esperienza animale. Adottato sia in pittura che con tecnologie tridimensionali, il Codex Virtual Alphabet ha dato vita a numerose interfacce utente di opere multimediali dal 1987 al 2006.

Virtual alphabet space. Second Life installation. Carraro 2007.