CODEXART, L’arte dei codici digitali

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CodexArt è la sintesi delle ricerche sui codici digitali sviluppate da Gualtiero e Roberto Carraro in oltre vent’anni di mostre, installazioni, performance, opere digitali e progetti multimediali. La sfida artistica di Codexart è fin dall’inizio la costruzione un sistema di scrittura ideografica multimediale e globale.

La ricerca è stata presentata nel 1986 nel contesto di Ubiqua, il primo network planetario dell’arte organizzato dalla XLII Biennale di Venezia, curato in Italia da Tommaso Trini e Mariagrazia Mattei.

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Il gruppo Mida, guidato da Gualtiero e Roberto Carraro, presenta alla Biennale una serie di codici ideografici che interpretano in forma artistica le icone che in quegli anni si stanno diffondendo nei primi personal computer. Questa pittografia digitale è definita in Ubiqua “Video Esperanto”. I codici pittografici e antropomorfi di allora hanno anticipato le scritture multimediali oggi utilizzate nei social network dai cosiddetti “nativi digitali”.

Nel 1987 il codice Pictomatica – che individua le radici antropologiche della sintassi visiva- è esposto alla mostra internazionale Gruppenkunstwerke di Kassel. Si tratta di una serie di 20 stampe che riassumono le leggi “pictomatiche” organizzate, grazie al contributo di Giovanni Degli Antoni, nelle reti logiche di Carl Adam Petri.

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Negli anni successivi Gualtiero e Roberto Carraro proseguono la ricerca artistica in parallelo alla loro attività di Designer digitali, individuando nuovi codici che vengono presentano in vari eventi istituzionali, come il teatro della scienza e dell’arte della mostra Italia 2000 tenuta nel 1988 a Mosca, in cui viene presentato l’ipertesto “Eurofuturism” dedicato alla relazione tra il Futurismo italiano e quello russo.

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Nella stessa occasione viene presentata l’interfaccia iconica della Divina Commedia a Gorbaciov, che verrà utilizzata nella prima opera multimediale italiana per il grande pubblico. I fratelli Carraro torneranno sul poema dantesco nel 2004, con la grande ricostruzione virtuale della “divina Commedia su DVD.

Nel catalogo dell’esposizione “Artefax” presso il padiglione d’Arte Contemporanea di Bologna, curata nel 1990 dal critico d’arte Claudio Cerritelli, i fratelli Carraro scrivono un testo introduttivo sull’arte telematica.

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Gli anni ’90 vedono i fratelli Carraro impegnati come autori e designer multimediali, con una serie di riconoscimenti internazionali.
Dal 2004 inizia una fase di ricerca dedicata alla produzione di opere fisiche utilizzando le tecniche delle antiche scritture. In questi lavori si apre una relazione antropologica tra il linguaggio digitale e l’espressione artistica primordiale, evidenziando le radici primitive e infantili delle attuali forme di scrittura dei “nativi digitali”. Vengono create numerose opere fisiche, ottenute con stampe e incisioni da immagini digitali, ma anche mediante le tecniche storiche di scrittura su pietra, creta, metallo, legno.

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La performance “serata futurista in Second Life” del novembre 2007 e le varie installazioni dedicate ai codici digitali, rappresentano una fase particolare di Codexart rivolta al mondo virtuale. Second Life è in effetti un interessante laboratorio culturale in cui si misurano molti artisti investigando le potenzialità espressive degli ambienti virtuali e degli avatar.

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Il codice “Emoticon Art” punta a valorizzare in senso artistico le scritture pittografiche che i teenager sviluppano spontaneamente nei social network, come era accaduto per i giovani graffitisti. Confrontandosi con le scritture dei nativi digitali CodexArt, dopo oltre vent’anni dalle prime ricerche, ne verifica l’attualità: le scritture antropomorfe profetizzate nel primo network dell’arte del 1986 sono diventate realtà quotidiana per la generazione del web 2.0.
La ricerca Emoticon Art è consultabile sul sito www.EmoticonArt.net.

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Codexart è costituita da una serie di codici ideografici tratti dal mondo digitale ma densi di richiami artistici e antropologici.