Le aree interne e il metaverso

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albaredo e buglio 360

Il caso di studio di Albaredo e Buglio

Il progetto è un museo diffuso in realtà aumentata e realtà virtuale che coinvolge i comuni valtellinesi di Buglio e Albaredo per San Marco.

Il nostro approccio alla sfida innovativa di creare un metaverso alpino, è stato quello di creare un mondo virtuale creato in modo orizzontale, coinvolgendo la popolazione locale quali co-autori del metaverso stesso.

La Storia dei due comuni, specialmente quella della battaglia di Buglio, è raccontata grazie alla memoria locale, mettendo in primo piano la agency dei cittadini nella rappresentazione del proprio comune.

La Végia Gòsa, una creatura del folklore locale che istruiva l’uomo a modellare rispettosamente la Natura, è il simbolo del nostro approccio:

La popolazione locale ha un ruolo attivo nel progetto, proteggendo il proprio territorio e creando una nuova realtà tecnologica che possa aderire alle peculiarità antropologiche del luogo. Ciò significa ricercare la storia, la cultura materiale e immateriale della propria comunità, pensando a nuove modalità per rappresentarle virtualmente.

Il risultato è da un lato la riscoperta delle proprie origini, dall’altra la riformulazione, in chiave digitale ed estetica, di quest’ultime.

Il rapporto di Albaredo con il mondo (durante la Storia):

Essere coinvolti nel processo creativo del metaverso dà la possibilità ai due comuni di poter riprendere la propria dimensione storica. Se l’antropologia dei primi decenni del Novecento negava questa possibilità alle popolazioni “tradizionali”, relegandole ad una dimensione astorica, ciò avviene ancora in alcuni casi del turismo contemporaneo. Questo perché alcune pratiche del turismo contemporaneo vogliono costruire un ideale di popolazione arcaica (E. M. Bruner, 2001), che lo stesso Del Nero denuncia come pratica ricorrente nel contesto alpino. Le popolazioni valtellinesi, nel metaverso che abbiamo costruito, possono invece raccontare il proprio passato intrecciato con la città di Livorno, o come essi abbiano giocato un ruolo determinante nei commerci della Repubblica di Venezia.

Destinazione per il “turismo esperienziale”

Il nostro approccio, condiviso con i sindaci dei comuni è quello di creare un turismo esperienziale. Ciò significa utilizzare l’esperienza dell’utente come un elemento narrativo. Questo si ottiene creando un digital twin (gemello digitale) dei due comuni, creando dei luoghi digitali dove diverse esperienze possono prendere atto. Tali esperienze vanno dal sorvolare le valli alpine fino al tornare al 1500. L’utente ha quindi a sua disposizione capacità sovraumane, quali quella di volare, tornare indietro nel tempo e vedere creature folkloristiche.

Oltre all’esplorazione virtuale dei due comuni, in Albaredo per San Marco sarà possibile partecipare ad un gioco in realtà mista che, attraverso domande sulla storia e cultura locale, guida il visitatore a trovare diverse tappe, camminando nel comune stesso per trovare le domande successive. Tale gioco permette di ottenere la cittadinanza dei Barilocc, un riconoscimento simbolico che segnala la conoscenza acquisita dal turista della cultura locale.

Da emigrazione a destinazione

Il contributo di Carraro Lab rientra in una strategia più grande, ossia quella di invertire la tendenza demografica all’emigrazione che sconvolge diverse regioni alpine. La strategia che del Del Nero applica per invertire tale processo, è quella di un’economia orizzontale delle montagne.

È una critica alla “economia verticale”, che impone un ruolo passivo alle comunità montane e una visione stereotipata del paesaggio alpino. Tale economia opprimerebbe la popolazione, negandogli sia la possibilità di ripensarsi in nuove forme, sia la capacità di raccontare la particolare storia e cultura che rende unica la propria realtà.

L’economia orizzontale permetterebbe di attualizzare la memoria storica del territorio in turismo esperienziale, che renda Albaredo e Bugli delle “comunità di destinazione”, poli di aggregazione culturale e lavorativa, oltre che mete turistiche. Ciò fornirebbe gli strumenti adatti ai montanari per avere un ruolo attivo nel presente, e alla popolazione giovane di studiare per poter lavorare nuovamente sul territorio.

Del Nero ha già attuato questo processo con la creazione del volo dell’angelo, la pista ciclabile ad alta quota e il primo ecomuseo in Lombardia. Quest’ultimo già rappresenta una pratica interna al museo diffuso, in cui un percorso culturale fa percorrere al visitatore la valle,

Il fine è quello di non schiacciare la memoria nel passato ma renderla una risorsa culturale ed economica. Le esperienze passate vengono attualizzate in modo etico e sostenibile, non più relegate ad una visione folkloristica, ma creando uno stile di vita presente. Tale filosofia mette in primo piano l’interazione con l’ambiente, il paesaggio, la storia e la cultura, sia da parte del turista, che della comunità locale.

CarraroLAB ha presentato l’evento in occasione del World Anthropology Day 2023. In tale occasione, Patrizio Del Nero ha esposto la sua visione del progetto, con l’eventuale possibilità di sperimentare, tramite la tecnologia Oculus, un’anteprima del museo diffuso.