Il futuro digitale del bibliotecario: Content Curator

Il corso di Carraro LAB per i mediatori culturali digitali

e la digital transformation delle biblioteche

Quale sarà il futuro delle biblioteche, nel passaggio dalla carta al digitale?

Come può evolvere la professione del bibliotecario, in uno scenario che vede sempre più Internet svolgere il ruolo dell’informazione cartacea?

La biblioteca potrà continuare a svolgere il suo ruolo e servizio pubblico, di promozione della cultura, accesso alla lettura, punto riferimento informativo per gli utenti di comunità locali, in una società sempre più digitale e connessa?

In partnership con le reti delle biblioteche della Lombardia, CSBNO (Culture Socialità Biblioteche Network Operativo), nell’ambito della linea Lombardia Plus 2019 – 2020 Linea Cultura, Carraro LAB ha sviluppato un corso rivolto ai giovani operatori culturali della Lombardia, che stanno per affacciarsi sul mondo delle nuove professioni culturali.

L’oggetto del corso è la Content Curation, il processo di raccolta di informazioni rilevanti per un particolare argomento o area di interesse, con l’obiettivo di aggiungere valore. La Content Curation On Line si avvale oggi di efficaci piattaforme digitali, che permettono di aggregare fonti informative e di commentare, organizzare e pubblicare contenuti.

In un certo senso anche il bibliotecario tradizionale è già un Content Curator nella misura in cui seleziona, propone e suggerisce libri e opere cartacee ai suoi utenti.

Il nuovo obiettivo è abilitare i bibliotecari – ma anche altre figure che fanno mediazione culturale – a svolgere questa attività anche in un ambito digitale. Oggi è sempre più necessario filtrare, selezionare, commentare i contenuti presenti in rete, distinguendo le fonti di bassa qualità, le fake news, i messaggi eticamente scorretti, dalle eccezionali risorse culturali oggi offerte da Internet.

Non è necessario e neppure realistico trasformare un bibliotecario in un autore digitale, ma è possibile e auspicabile formarlo per diventare un curatore digitale dei contenuti in rete.

LA CONTENT CURATION IN BIBLIOTECA

Ad esempio, il bibliotecario digitale può scrivere ovviamente  recensioni delle novità librarie che periodicamente arrivano in biblioteca, degli eventi culturali che si svolgono nella città e che quindi fanno riferimento alla stessa comunità di utenti e cittadini locali. Oppure può rivolgersi anche ai turisti facendo una attività di comunicazione e promozione dei contenuti che si trovano sul proprio territorio. Un bibliotecario specialista o esperto di un tema specifico potrà creare una pubblicazione di Content Curation dedicata ad esempio all’archeologia oppure una web tv con video dedicati alla sostenibilità e al riscaldamento globale. Ci sono innumerevoli argomenti che possono essere efficacemente sostenuti senza bisogno di essere autori ma semplicemente avendo il supporto di una piattaforma di Content Curation, che permette di selezionare e valorizzare i contenuti pubblicati da fonti altamente autorevoli e di qualità.

Per fare ciò è necessario che queste figure compiano un percorso formativo, nel corso del quale:

  1. si rendano conto di come funziona la rete di come si è arrivati oggi a un web partecipativo
  2. scoprano quali sono i contenuti di qualità disponibili
  3. possano acquisire la competenza dell’utilizzo di soluzioni efficaci di content curation

L’uso di piattaforme di content curation può offrire ai mediatori culturali  un nuovo ruolo centrale nella società dell’informazione, combattendone l’attuale degrado e promuovendone una elevazione sul piano etico e culturale.

 

 

IL PERCORSO FORMATIVO

Il modulo prevede 20 ore, con una parte teorica e una pratica. Il programma del corso si sviluppa nelle seguenti fasi:

•            Una prima introduzione generale allo state-of-the-art di Internet, ai Social Media, ai Social Magazine e in generale a ciò che oggi sta avvenendo in rete. In questo percorso che può essere anche un percorso inizialmente teorico è importante anche identificare alcuni temi chiave, come le fake news, gli algoritmi di rotazione dei contenuti o la modalità partecipativa di produzione di contenuti in rete.

•            Si affronta quindi il tema della recupero e valorizzazione del ruolo delle fonti, sperimentando una esplorazione di quelle che sono più rappresentative e significative presenti in rete. Vanno anche distinte le tipologie di fonti andando a rilevare le potenzialità di contenuto di estrema qualità recuperabile nel web.

•            Una fase successiva del corso di formazione prevede una descrizione degli strumenti oggi disponibili per la content curation, quindi le piattaforme che permettono di identificare fonti, aggregare contenuti, selezionarli, commentarli e infine pubblicarli.

•            Il percorso formativo comprende anche una componente pratica: direttamente utilizzando strumenti disponibili il nuovo mediatore culturale digitale inizia ad esercitare il proprio ruolo realizzando dei social magazine personali, dei profili social di alta qualità e delle testate di content curation di propria creazione.

LA CONTENT CURATION NELLE RETI DI BIBLIOTECHE: MEDIATECHE ONLINE

In prospettiva, le  reti di biblioteche potrebbero dotarsi di piattaforme di Content Curation, sotto forma di mediateche On Line tra loro coordinate, in modo tale che i contenuti selezionati da diversi bibliotecari possano essere fruiti e visualizzati in un contesto organico. Questo potrebbe valere anche per la scuola, cioè potrebbero nascere mediateche e piattaforme di Content Curation d’istituto, regionali, o nazionali. Sarebbe possibile che ad esempio una attività efficace di un esperto e appassionato che ha creato una testata di Content Curation dedicata un singolo argomento – poniamo Dante Alighieri – possa essere condivisa e fruita anche da altri utenti della biblioteca stessa, non solo i suoi utenti che frequentano fisicamente la biblioteca locale, oppure di altre Biblioteche anche remote.
Sarebbe quindi interessante stimolare e promuovere la nascita di piattaforme di Content Curation collettive istituzionali, strutturate e organizzate, tra loro connesse, che possano diventare dei punti di riferimento a cui l’utente si rivolge per trovare un contenuto selezionato da Content Curator professionisti, formati e specializzati.

 

VERSO UNA LETTURA CONDIVISA E PERSONALIZZATA

Una rete di biblioteche può raccogliere tutti i contenuti prodotti dai diversi bibliotecari che sono diventati content curator e offrire ai lettori la possibilità di una lettura personalizzata. Grazie a diverse modalità di profilazione, ogni lettore può impostare i propri interessi e ogni giorno troverà gli articoli, i contenuti, le pubblicazioni riferiti ai suoi temi preferiti. Il sistema potenzialmente può anche apprendere dalle sue letture e consultazioni quali sono gli argomenti che predilige e quindi in modo anche automatico selezionare e proporre argomenti di suo interesse.

 

L’OBIETTIVO: UNA COMUNITA’ EDUCATIVA E CULTURALE NEL WEB 3.0

L’esito finale auspicato dal percorso descritto è la nascita di una comunità educativa in rete, che favorisca lo sviluppo di un nuovo livello nella qualità dei contenuti On Line, al di sopra dello standard attuale dei social media, delle piattaforme di videosharing e dei motori di ricerca.

L’obiettivo può essere raggiunto senza neppure produrre nuovi contenuti, ma semplicemente valorizzando quelli esistenti.

Una comunità di bibliotecari (ma anche docenti, esperti, genitori), può proiettare in rete il proprio ruolo tradizionale di mediatore culturale ed educativo. Utilizzando soluzioni e contenuti già esistenti, ma acquisendo una nuova consapevolezza, autorevolezza e cultura digitale.

Questa processo è coerente con l’evoluzione di Internet, ormai prossimo ad affacciarsi al web 3.0:

  • Il web 1.0 era caratterizzato da una informazione unidirezionale
  • Il web 2.0 ha favorito la partecipazione degli utenti
  • Il web 3.0 deve valorizzare i contenuti creati da comunità educative e culturali

 

In generale, si avverte sempre più pressante l’esigenza di una nuova Internet, che dall’attuale livello 2.0 dei Social appiattiti qualitativamente verso il basso, si trasformi nel prossimo Web 3.0 in una efficace risorsa culturale, per gli individui e la collettività.

 

APPROFONDISCI la digital transformation delle Biblioteche nel sito Carraro LAB:

–          La piattaforma Fluxus, per l’aggregazione e content Curation

–          Sperimentazione BiblioHUB, la realtà virtuale in Biblioteca

–          Conferenza “Il futuro delle Biblioteche” per la rete delle Biblioteche della Svizzera Italiana

–         Mediazione culturale, formazione e intelligenza artiticiale: stati generali della scuola digitale