OLOGRAMMI: soluzioni tecnologiche e contenuti

 

COSA SONO E COME SI REALIZZANO GLI OLOGRAMMI

 

Gli ologrammi sono tecniche di visualizzazione che permettono di percepire la terza dimensione. In senso scientifico, un ologramma è una immagine parallattica ottenuta attraverso l’utilizzo di luce laser.

Nel senso comune il termine ologramma,  associato alla  tridimensionalità, ha assunto molteplici significati, che fanno riferimento a soluzioni tecniche differenti.

Viene normalmente definito ologramma una lastra bidimensionale, come quelle presenti sulle banconote, sulle carte di identità o sulle carte di credito, che riproduce una immagine tridimensionale di un oggetto ottenuta  mediante impressione di una luce laser su una pellicola olografica.

Il principio dell’olografia fu teorizzato nel 1948 da Dennis Gabor, ma fu realizzato soltanto parzialmente, con risultati deludenti. Lo sviluppo del laser negli anni Sessanta, e in seguito dell’olografia ottica, provocò una vera e propria moda durata fino agli anni Ottanta.

Oggi l’evoluzione tecnologica dei media immersivi ha riattivato l’interesse, le ricerche e gli sviluppi dedicati alla olografia.

 

OLOGRAMMI NEL CINEMA E NELLA SCIENCE FICTION

 

Il  termine ‘ologramma’ è stato introdotto in numerosi film di fantascienza. L’Holodeck di Star Trek è stato un momento fondamentale in cui l’idea di Ologramma si è imposta nell’immaginario collettivo. Questa metafora cinematografica, seguita da innumerevoli altre analoghe scene con ologrammi, raffigura in un film la presentificazione di una figura virtuale in uno spazio reale. Tra le più celebri scene olografiche citiamo la dashboard di Minority Report e gli overlay di Iron Man. Tutto il comparto degli effetti speciali, in particolare il “compositing” , sovrappone immagini create con tecnologie tridimensionali  su riprese video. E tuttora molti di fronte ad un effetto speciale in un video pensano di essere di fronte ad un ologramma.

Ma un vero ologramma presentifica un oggetto in 3d nella realtà fisica, non in un video.

Uno dei fraintendimenti olografici più famosi è il caso della popstar virtuale Hatsune Miku visualizzata in uno studio televisivo, o l’apparizione del rapper Tupac al noto Coachella Music Festival del 2012, definito universalmente “ologramma”, quando invece si trattava semplicemente di un vetro proiettato.

 

STATE OF THE ART DELLA OLOGRAFIA

 

Un vero ologramma proietta un’accurata rappresentazione visiva di un oggetto in uno spazio 3D.

Lo sviluppo di visori di realtá aumentata e di  display aumentati sulle auto sta aprendo un nuovo scenario per l’olografia. In generale, si prevedono importanti prospettive per la olografia nel futuro delle interfacce uomo-macchina al di là dell’era del PC e dello Smartphone, quindi oltre lo schermo piatto, in un ambito di interazione ambientale, abilitato da occhiali AR o forme di proiezione olografica contestuali.

Uno dei contesti di sviluppo delle ricerca di visualizzazioni olografiche è il settore dell’auto connessa, e in particolare nelle interfacce aumentate abilitate della visual recognition e rappresentazione di percorsi, punti di interesse e veicoli. In questo ambito Carraro LAB ha collaborato al progetto di ricerca europeo Astute.

Al momento sono disponibili varie soluzioni riconducibili all’olografia.

 

– Proiezione su pannello translucido

 

Si utilizza un pannello di plexiglas, satinato o con una pellicola leggermente opaca e si realizza una retroproiezione di soggetti scontornati su nero. E’ una soluzione economica ma non riconducibile alla definizione scientifica di ologramma. Può avere una resa discreta in ambienti molto bui, come lo spazio Gaudi a Barcellona.

 

– Pannelli LED trasparenti

Una delle soluzioni olografiche più recenti è costituita dai display a LED trasparenti.

Gli attuali modelli sono utilizzabili in un’ampia gamma di applicazioni come vetrine, aeroporti, musei, fiere, spettacoli, installazioni artistiche, centri commerciali, La distanza tra i pixel e la luminosità determinano la qualità e il prezzo di queste soluzioni. L’evoluzione di queste soluzioni è molto veloce, e i display a LED trasparenti si prospettano sempre più interessanti sia in termini di qualità visiva, di potenza, di efficienza energetica e naturalmente di prezzo.

 

– Proiezione su film “invisibile”

 

Anche in questo caso l’effetto 3D è limitato, girando attorno al display l’immagine diventa piatta. Offre comunque un effetto abbastanza realistico grazie all’effetto parallasse rispetto a elementi dello sfondo. Può avere dimensioni grandi.

È adatto agli eventi, dove le persone sono sedute e difficilmente si muovono intorno al soggetto. Permette immagini in movimento.

 

Proiezione su piramide

Si tratta di  uno schermo LCD orizzontale sopra una piramide di vetro. Offre una immagine 3D abbastanza efficace, salvo nelle linee di congiunzione della piramide. C’è il limite della dimensione, non adatta a riprodurre cose molto grandi. Esistono  anche versioni piccole, utilizzabili con iPad.

Carraro LAB ha realizzato olografia su Piramide nella mostra di Janello Torriani a Cremona.

 

– Elica olografica

Si tratta di un’elica che gira molto rapidamente e genera un’immagine che sembra fluttuare in aria. anche qui c’è il limite dell’angolo di visione, che non può essere troppo laterale.

La soluzione è indicata per oggetti movimento, perchè accentua l’impressione di 3D. Un esempio è l’installazione HyperVSN per Louis Vuitton presso Selfridge’s, analoga a quella di Dolce e Gabbana in Rinascente.

 

– Tablet olografici.

Si tratta di display progettati per la visualizzazione olografica su tablet, ad esempio quelli prodotti in Italia da Real Vision, introdotti da Carraro LAB nel museo M9   con fotografie storiche d’epoca. Il progetto Kickstarter  “The Looking Glass” presenta caratteristiche interessanti.

 

Tecnologie in fase di sviluppo.

 

Il Light Field Lab, in California, sta realizzando display olografici  modulari assemblabili in grandi schermi per immagini 3D. Il team sta collaborando con OTOY, l’azienda che ha sviluppato il software per rendering Octane. La partnership sfrutterà i rivoluzionari display olografici di Light Field Lab. I display olografici sviluppati da Light Field Lab, con i contenuti 3D di Otoy, sembrano avere davvero portare ad una svolta.

 

ologrammi installazioni proiezioni

Un altro ambito interessante di sviluppo è lo SPATIAL WEB, componente rilevante del web 3.0, che predere la distribuzione dei contenuti del web nell’ambiente reale. Nella ricerca delle interfacce per lo SPATIAL WEB gli ologrammi svolgono un ruolo rilevante.

 

OLOGRAMMI E REALTA’ AUMENTATA: HOLOLENS, MAGIC LEAP E GLI ALTRI

 

Seppure tecnicamente non si riportano alla nozione originale di Ologramma, le soluzioni di realtà aumentata richiamano l’effetto della Olografia, ottenuto però con la visione di contenuti 3D aumentati sull’ambiente reale ripreso da telecamera, all’interno di uno schermo, sia su device mobile che in visori di realtà aumentata. Non a caso Microsoft ha chiamato Hololens i suoi visori di realtà aumentata, e il progetto Magic Leap è incentrato sulla Mixed reality, di fatto una forma di percezione olografica. Carraro Lab ha sviluppato numerose applicazioni di realtà aumentata con effetti olografici.

 

CONTENUTI OLOGRAFICI

Il contenuto più propriamente olografico è un modello 3D, osservabile da diversa angolazioni. Tuttavia vengono utilizzate con effetto olografico anche riprese video stereoscopiche di scene reali, possibilmente isolate dallo sfondo con green screen. Va considerato anche l’utilizzo olografico di interfacce interattive, si 3D che 2D, ma sovrapposte alla realtà su diversi piani.