Simulare il futuro: realtà virtuale e progetti del XXI secolo

Le tecnologie tridimensionali sono particolarmente efficaci nella simulazione di ambienti, prodotti, progetti non ancora esistenti, e degli scenari del futuro.
Simulare il futuro in 3d può avere varie valenze: dalla divulgazione scientifica (documentari e film sul futuro) all’anticipazione di invenzioni e imprese tecnologiche (si pensi alle missioni della Nasa e dell’Esa presentate in 3d), ma anche in chiave più pratica la prototipazione, la simulazione estetica (architettura, design) ergonomica (interfacce) e i test di mercato per saggiare il successo potenziale dei prodotti futuri.
Il filone del futuro virtuale è molto fertile negli USA, dove l’interesse per gli scenari futuri viene alimentato dai grandi laboratori scientifici e da futurologi di richiamo come Nicholas Negroponte, Marvin Minsky, John Naisbitt.
La possibilità di ricreare ambienti futuri ha dato vita a varie opere multimediali dedicate a ipotesi scientifiche o tecnologiche presenti nei laboratori di ricerca.
Le tecnologie tridimensionali sono particolarmente efficaci nella simulazione di ambienti, prodotti, progetti non ancora esistenti, e degli scenari del futuro.
Simulare il futuro in 3d può avere varie valenze: dalla divulgazione scientifica (documentari e film sul futuro) all’anticipazione di invenzioni e imprese tecnologiche (si pensi alle missioni della Nasa e dell’Esa presentate in 3d), ma anche in chiave più pratica la prototipazione, la simulazione estetica (architettura, design) ergonomica (interfacce) e i test di mercato per saggiare il successo potenziale dei prodotti futuri.
Il filone del futuro virtuale è molto fertile negli USA, dove l’interesse per gli scenari futuri viene alimentato dai grandi laboratori scientifici e da futurologi di richiamo come Nicholas Negroponte, Marvin Minsky, John Naisbitt.
La possibilità di ricreare ambienti futuri ha dato vita a varie opere multimediali dedicate a ipotesi scientifiche o tecnologiche presenti nei laboratori di ricerca.

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In Italia il CD-ROM “XXI secolo”, pubblicato da Rizzoli con Smau e Cisco System, presenta una serie di ambienti virtuali dedicati a tecnologie nei vari ambiti della vita, che in buona parte sono poi divenute realtà. Il Cd Rom “Meraviglie del XXI secolo”, pubblicato nel 2004 come primo numero dell’enciclopedia dalla rivista Focus, ricostruisce i grandi progetti su cui lavorano gli studi di urbanistica e ingegneria: le nuove città e le grandi opere in costruzione.

L’enciclopedia del futuro dedica spazio anche all’energia, ai trasporti, allo spazio. L’opera ha vinto il premio internazionale Mobius nel 2005. Tra le iniziative editoriali italiane On Line è da ricordare “Nova 24” del Sole 24 ore, dedicata alla ricerca, alla innovazione e alla creatività. Simulare progetti e scenari che potrebbe diventare realtà, come è accaduto per le opere multimediali citate, può avere un valore significativo nella società in ci viviamo.
L’uso delle tecnologie virtuali per simulare il futuro è di grande importanza in una società sempre più legata all’innovazione tecnologica. Negli Stati Uniti e in altri paesi emergenti il futuro l’argomento chiave della politica, e il presidente tiene conto di consulenti esperti nell’evoluzione delle tecnologie e negli scenari futuri.
Ben diversa è la situazione in Italia, paese decisamente tradizionalista che pare più interessato ai fasti del proprio passato che all’evoluzione del futuro. La cultura italiana non si occupa seriamente del futuro, relegandolo alla fantascienza, mentre i media emarginano le tematiche del XXI secolo e i settori che rendono l’Italia famosa del mondo premiano più la creatività che l’innovazione tecnologica.

VISIONI DEL FUTURO: QUESTIONI DI METODO
L’innovazione tecnologica è il nuovo oracolo del III millennio. La predizione del futuro, sempre più indispensabile per capire e gestire un mondo in rapida trasformazione, cerca nuovi metodi e basi razionali

All’alba del XXI secolo la predizione del futuro assume connotazioni del tutto nuove rispetto alle tradizioni dei millenni precedenti.
Il fattore radicalmente rivoluzionario è l’innovazione tecnologica: grazie ad essa l’uomo riesce non solo a prevedere meglio, ma addirittura a programmare, almeno in parte, l’evoluzione degli anni e dei decenni prossimi venturi. Il ciclo cruciale della costruzione del futuro parte dalla ricerca scientifica, che si traduce in avanzamento tecnologico e sfocia infine nell’applicazione commerciale. Questo processo sta ormai consolidandosi, premettendo di prevedere con ragionevole correttezza le trasformazioni dei primi decenni del XXI secolo.
Alla fine del secolo scorso l’affermazione di una rete globale di scambi informativi ha creato di fatto una comunità scientifica globale, che unitamente alle forze multinazionali della produzione tecnologica, pubbliche e private, costituisce il vero e proprio incubatore dell’innovazione. In sintesi, l’uomo innovatore predice il futuro perché lo progetta e lo produce direttamente.
Oltre a ciò esiste un secondo “oracolo” del futuro, costituito dagli organismi internazionali di monitoraggio planetario e di ricerca di mercato. Questi organismi non partecipano direttamente alla costruzione dell’avvenire, ma forniscono a stati e imprese informazioni cruciali per la loro pianificazione strategica.
Gli strumenti e i metodi di previsione a loro disposizione sono di diversa natura.
Il monitoraggio planetario viene effettuato sia attraverso strumenti di rilevazione scientifica (satelliti, sensori, sonde) sia mediante misurazioni oggettive della produzione, del consumo, dei rifiuti. I dati raccolti vengono poi elaborati da modelli statistici e da simulazioni informatiche, in grado di produrre un’immagine razionale del futuro.
Le ricerche di mercato si basano su una conoscenza sia teorica che empirica dell’andamento economico generale e dei singoli comparti, integrata da metodologie di ricerca sul campo. Il forte interesse del mondo aziendale per conoscere l’evoluzione dei consumi, i desideri e le aspettative dei consumatori sostiene molteplici forme di indagine, particolarmente efficaci nel breve periodo e su argomenti analoghi all’esistente. Accedendo ai santuari dell’innovazione tecnologica, del monitoraggio planetario e delle ricerche di mercato, sostanzialmente disponibili attraverso Internet, diventa possibile formulare un quadro profetico del XXI secolo.

PREVISIONI E SORPRESE
Resta aperto un ampio margine di imprevedibilità, che riguarda non solo i fattori umani e gli eventi eccezionali, ma anche la stessa innovazione tecnologica. Il Nobel Carlo Rubbia suggerisce ad esempio l’espressione “surprise energy” per indicare una fonte di energia attualmente imprevedibile, che potrebbe essere la scoperta sorprendente e determinante per la soluzione dei problemi energetici del XXI secolo. In qualsiasi settore dell’innovazione tecnologica sono altamente probabili scoperte e invenzioni imprevedibili e sorprendenti.
L’uomo è anche un grande sognatore, e fin dall’antichità i sogni hanno sempre avuto un rapporto con la previsione del futuro. Sogni e aspirazioni sono formidabili motori della produzione del futuro.
Ma uno dei fattori meno prevedibili sono le scelte politiche e storiche dell’umanità: pochi ad esempio avevano previsto la dissoluzione del blocco sovietico e la fine della guerra fredda, ma anche la crisi Jugoslava nel cuore dell’Europa. Esistono anche degli elementi naturali che tuttora sfuggono al monitoraggio e alla previsione sistematica, a causa della loro complessità e casualità: ad esempio le catastrofici geologiche o l’evoluzione del clima globale. Anche la temuta diffusione di epidemie planetarie purtroppo non è ancora del tutto prevedibile né controllabile, come dimostra il caso dell’AIDS.

ACCELERATORE TECNOLOGICO E FRENO SOCIALE
Uno dei fattori incerti delle previsioni sono i tempi entro i quali le innovazioni sono destinate ad avverarsi.
Nel corso del XX secolo si sono affermate tecnologie di grande rilievo, che però poi si sono stabilizzate per un periodo piuttosto lungo: il telefono negli anni ’30, l’automobile nel decennio successivo, quindi la televisione e infine gli aerei a Jet negli anni 60. Invece le nuove tecnologie del XXI secolo sono soggette ad una costante accelerazione, che si è già verificata con i computer e proseguirà con le biotecnologie e le nanotecnologie.
Il loro sviluppo determina una costante accelerazione, che nel caso dell’informatica è stata espressa dalla legge di Moore: la potenza di calcolo dei computer raddoppia ogni 18 mesi. Questa legge si è regolarmente verificata dal 1959, e proseguirà ben oltre il 2000.
Ma ora l’accelerazione informatica interagisce con le altre tecnologie, a loro volta in rapido sviluppo, determinando una super-accelerazione: ad esempio i nuovi computer hanno abbreviato drasticamente i tempi previsti per la mappatura del genoma umano.
D’altra parte, vanno sottolineati anche dei fattori di rallentamento dell’innovazione. Uno di essi è rappresentato dal mercato, non sempre ricettivo nei confronti di nuovi prodotti. Anzi, talvolta la fase di applicazione commerciale è la più difficile per i prodotti innovativi.
Un altro fattore di rallentamento è quello culturale, costituito dai freni politici e religiosi che si oppongono al nuovo per svariati – e talvolta giustificati – timori. Ad esempio si pongono dei veti e dei freni alle innovazioni temendo agli effetti etici, occupazionali o economici delle nuove tecnologie.
Insomma, l’accelerazione delle tecnologie dovrà trovare un compromesso con la società umana.

OTTIMISMO E CATASTROFISMO
Da sempre la previsione del futuro oscilla tra l’ottimismo e il catastrofismo, e in effetti la storia ha sempre elargito equamente progressi e sventure.
In generale la comunità degli innovatori tecnologici è affetta da incurabile ottimismo, derivante dalla ragionevole previsione degli spettacolari progressi della tecnica. Il fattore frenante della tecnologia è semmai costituito dal mercato, che viene costantemente tenuto sotto controllo e analizzato per identificare gli sbocchi commerciali più realistici per nuovi prodotti e nuove soluzioni.
Ben diversa è la posizione degli organismi di monitoraggio planetario, che rilevano un preoccupante deterioramento delle risorse naturali della terra e prospettano imminenti crisi ambientali e conflitti sociali.
Da queste previsioni allarmanti sono nati concetti molto importanti, come quello di “sviluppo sostenibile”, fatto proprio da importanti istituzioni globali ma ancora ben lungi da una applicazione realistica.
Entrambi, innovatori ottimisti e analisti catastrofisti, svolgono un ruolo importante nella previsione del futuro, e stanno già interagendo da alcuni decenni condizionandosi a vicenda. Il Monitoraggio del clima globale e del buco dell’ozono, ad esempio, ha imposto alcune indicazioni e scelte strategiche alla comunità dei politici e dei tecnocrati. Ma non bisogna sottovalutare anche i lati oscuri dell’innovazione tecnologica, che rende sempre più accessibili a chiunque scoperte di immane potenza, che potrebbero essere utilizzate anche a scopi bellici o terroristici. Ma persino l’impiego pacifico delle nuove tecnologie può sfuggire al controllo causando tragedie di enorme portata. Non bisogna infine dimenticare che gran parte delle innovazioni tecnologiche saranno utilizzate solo da una piccola minoranza degli uomini, quelli appartenenti ai paesi ricchi, mentre per gli altri la vita appare oggi, e continuerà ad essere, un incubo.

IL RUOLO DELLE PREVISIONI
La previsione del futuro non è mai stata un esercizio futile o ininfluente. Anche in tempi lontani la profezia ha influito sulla storia: basti pensare alla visione cristiana dell’Apocalisse e della Parusia, l’imminente venuta di Cristo, che spingendo al martirio ha favorito il trionfo della nuova fede. La previsione marxista del Comunismo, basata sul materialismo storico, ha trasformato gli eventi del XX secolo, e solo a posteriori possiamo giudicarla un’utopia infondata. Il clima positivista di fine ottocento ha spinto e favorito l’innovazione tecnologica, prefigurata fantasticamente nei romanzi di Verne, pur non riuscendo a prevedere l’impatto ambientale e i disastri ecologici della civiltà industriale.
Insomma, la previsione è un elemento indispensabile per lo sviluppo. Forse non è importante considerare solo il livello di realismo della profezia, quanto il suo ruolo di orientamento delle scelte presenti. Un catastrofismo esagerato, ad esempio, può essere infondato, ma è forse più prezioso di un ottimismo ragionevole al fine di portare l’umanità a temere, prevedere e affrontare le minacce incombenti.

LA NECESSITA’ DI PENSARE L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA
Troppo a lungo la filosofia, la religione e la cultura ufficiale, soprattutto in Europa, hanno trascurato la tecnologia. Nella tradizione classica e cristiana i temi della tecnica sono sempre stati relegati in una posizione marginale. Anche nel ‘900 i grandi del pensiero si sono dedicati ai grandi temi dell’esistenza, della storia, del linguaggio, tutt’al più della scienza, riservando però ancora troppo poca attenzione alla tecnologia.
Con il XXI secolo diventa ormai impossibile ignorare il ruolo cruciale dell’innovazione tecnologica nella costruzione della civiltà del futuro. E’ ormai necessario che la comunità intellettuale si concentri su tutte le enormi implicazioni culturali, etiche, politiche, linguistiche, pedagogiche della tecnologia.
Le sfide imminenti sono di grande portata:

– Si sta per imporre la necessità di una alfabetizzazione tecnologica di massa;
– Le biotecnologie impongono una responsabilità collettiva nelle scelte che riguardano gli interventi sulla specie umana e sulla vita animale e vegetale;
– L’accesso alle conoscenze e alle opportunità economiche sarà sempre più fornito attraverso nuove tecnologie;
– La velocità dell’innovazione imporrà forme di formazione e aggiornamento permanente;
– La cultura diventa multimediale e interattiva;
– L’economia è sempre più trainata e guidata dall’innovazione;
– Tecnologia e mercato impongono la globalizzazione dei linguaggi.

La capacità di visione del futuro, a breve, medio e lungo termine sta diventando un fattore cruciale per la sopravvivenza e la prosperità individuale e collettiva.