Le icone, ideogrammi del terzo millennio

Nel corso degli ultimi tre decenni del XX secolo un processo culturale di enorme portata si è affermato rapidamente in tutto il mondo, sfuggendo all’analisi critica della cultura istituzionale: la nascita di una nuova scrittura visiva globale. Si tratta di un sistema pittografico ideato nei laboratori americani PARC e MIT all’inizio degli anni ’70, noto come la “metafora della scrivania”.

iPad GUI PSD

Adottato nei sistemi operativi dei Personal Computer, prima da Apple e poi da Microsoft, questo sistema iconico ha avuto un successo clamoroso e si è diffuso in tutto il pianeta.

Miliardi di utenti, appartenenti a culture, lingue e alfabeti diversi, ogni giorno utilizzano la stessa pittografia digitale. Un vero e proprio linguaggio universale si è ormai affermato superando le barriere culturali tra oriente e occidente, tra nord e sud del pianeta.

Questo sistema pittografico ha anche reso possibile il successo della più grande azienda del mondo, Microsoft. Il suo manuale d’uso risulta oggi il testo più diffuso a livello globale, ben oltre la Bibbia. Pervadendo ormai anche la comunicazione attraverso Internet, la telefonia cellulare e tutte le tecnologie interattive, le icone digitali proseguono la loro costante espansione nei media del XXI secolo. In ogni caso, le icone digitali sono qualcosa di più di un segnale pittografico.

Esaminandone l’utilizzo, possiamo riconoscere la nascita di una vera e propria scrittura. Non si tratta però di una tradizionale scrittura lineare, destinata solo a trascrivere il linguaggio orale.

La metafora della scrivania adotta infatti una sintassi prevalentemente spaziale. Nello schermo elettronico vengono ricostruiti in forma schematica ambienti reali e abituali, inizialmente soprattutto la scrivania e l’ufficio. In questo ambiente virtuale l’utente agisce creando sequenze operative con le quali comunica col computer o con altri utenti collegati a distanza.

La freccia si muove tra le immagini, le colpisce simbolicamente, come avveniva alle frecce dei cacciatori paleolitici che simulavano virtualmente la caccia davanti alle pitture rupestri nelle grotte di tutto il mondo. Allora si cacciavano animali dipinti sulle pareti, oggi si cacciano informazioni disposte negli schermi.

Le interfacce grafiche uomo-macchina sono nate come simulazione interattiva di oggetti riferiti all’esperienza quotidiana di un ufficio. Le icone rappresentavano gli oggetti della scrivania. Oggi si sta passando dalla metafora delle scrivania, alla metafora del mondo, e le icone si dispongono su territori virtuali. Internet si sta configurando come un codice universale, uno standard di comunicazione utilizzato da tutti i computer del mondo. Questo media travolgente impone a tutta l’umanità una serie di parole chiave, simboli, interfacce, modelli comportamentali, termini tecnologici che sta dando forma ad un vero e proprio esperanto tecnologico.

Con il Design delle icone e la creazione di Emoticon stiamo per assistere alla nascita di un’arte calligrafica che l’occidente non ha mai conosciuto, e che riattiva modalità di scrittura simili agli ideogrammi cinesi.